Prestito infruttifero privati

Indice dei contenuti

Se vuoi scoprire cos’è il prestito infruttifero tra privati, sei nel posto giusto. In questa guida ti spiegheremo nel dettaglio quali sono le caratteristiche di questi finanziamenti per conoscere sempre qualcosa in più sul tema della finanza.

Introduzione

Il periodo che viviamo da anni è caratterizzato da una forte crisi economica che ha condotto molte persone a fare richieste di prestiti. Capita infatti nella vita di dover affrontare delle spese urgenti e di una certa quantità e di non avere sin da subito la liquidità per poter estinguerle. È in questi casi che entrano in gioco i finanziamenti.

I prestiti sono un modo molto pratico per ottenere rapidamente una cifra di cui si ha bisogno per sostenere delle spese. Per accedere a dei prestiti bisogna però dimostrare di avere un patrimonio stabile, un reddito. Non potranno infatti accedere al finanziamento i lavoratori occasionali o con contratto di collaborazione, né i disoccupati e gli inoccupati. Esistono però delle forme agevolate per i pensionati e anche per gli anziani che hanno superato i 75 anni.

Può anche capitare di non rientrare tra i requisiti per richiedere il prestito, in questi casi ci si rivolge a un garante, una terza persona che garantisce all’ente erogatore che potrà coprire il prestito al posto del richiedente. Il garante potrà essere anche un parente.

Sono davvero molte le soluzioni di finanziamento esistenti nel mercato. Tra questi c’è anche il prestito infruttifero tra privati che rientra proprio nei finanziamenti che si effettuano tra familiari, amici o colleghi. Scopriamo di cosa si tratta.

Prestito infruttifero tra privati: che cos’è

Il prestito infruttifero tra privati è un tipo di finanziamento che viene appunto erogato tra persone private e non da una banca che fa il credito. Può quindi essere concesso da un familiare, un amico o un collega. Non sono previsti interessi ma bisognerà sempre restituire la somma tramite rateizzazione mensile o un un’unica soluzione. Infatti non si tratta di una donazione, tuttavia non ci sono tasse.

Il prestito infruttifero tra privati viene finanziato in modo occasionale, quindi “ogni tanto”. Viene erogato solo ad amici, a conoscenti e non a chi non si conosce. Questo per una sicurezza del Fisco contro il riciclaggio di denaro e gli usurai.

Proprio per tale motivo ci sono delle considerazioni da fare per non andare incontro a sanzioni da parte dell‘Agenzia delle Entrate.

Regole da seguire

Ci sono delle regole molto importanti da conoscere e da seguire per evitare problemi con il fisco. Infatti non si può avviare un finanziamento con un familiare o un amico senza prendere in considerazione ciò che dice la normativa. È sempre meglio evitare i controlli fiscali, i quali, se trovano qualche movimento sospetto, potrebbero anche dichiarare reato.

L’Agenzia delle Entrate potrebbe infatti contestare la violazione delle norme antiriciclaggio, la categorizzazione del finanziamento come usuraio e potrebbe anche vedere il prestito come fruttifero se sulla causale non sia riportata la natura infruttifera.

Nei primi due casi si tratta di un vero e proprio reato, e si va sul penale. Per l’ultima situazione invece si tratterebbe solo di una sanzione per non aver dichiarato i conti corretti.

Varie tipologie di prestito infruttifero tra privati

Non esiste solo una tipologia di prestito infruttifero tra privati, ce ne sono infatti ben 4. Questo finanziamento fa parte dei tipi di prestiti tra privati non regolamentati, ossia quelli che non richiedono la presenza di un garante autorizzato.

Ecco di seguito le varie tipologie di prestito infruttifero tra privati:

  • Prestito infruttifero stipulato con scrittura privata
  • epistolare
  • garantito da cambiali
  • con causale di bonifico

Prestito infruttifero con scrittura privata: cos’è

Il prestito infruttifero tra privati stipulato con la scrittura privata prevede la firma di un accordo. La scrittura privata prevede la tutela delle due parti, del richiedente del credito e di chi lo eroga. Così verrà messo nero su bianco ogni dettaglio sul prestito e tutte le condizioni: il nome delle due parti, la data della firma del contratto, la somma erogata.

La scrittura privata permetterà quindi di scrivere e confermare che è avvenuto il finanziamento. In questo modo ci si potrà sempre difendere dall‘Agenzia delle Entrate e dimostrare la natura del prestito. Infatti qualora il Fisco richieda delle prove e dei chiarimenti, questo documento ci tutelerà in piena regola. Inoltre garantirà anche di non ricevere alcun interesse nella restituzione del finanziamento, una condizione che invece richiederebbe l’aumento delle tasse. 

La scrittura privata si potrà comodamente effettuare presso l’Agenzia delle Entrate, soprattutto se il finanziamento si riferisce ad una somma molto alta.

Quando il documento viene registrato bisogna pagare un‘imposta di bollo di 16 euro per tutti i fogli del documento e un’imposta di registro del 3% dell’importo del finanziamento, da pagare entro venti giorni dalla stipula del contratto.

Non dovranno poi mancare i dati anagrafici delle due parti, la cifra del finanziamento, la data, la durata del finanziamento e le modalità di rimborso. Bisogna anche segnalare le eventuali garanzie scelte, quindi se è previsto un garante o un’ipoteca, e la finalità del prestito. Da non dimenticare sarà la dicitura “infruttifero” sulla causale.

Prestito infruttifero epistolare, con cambiali e con bonifico

Il prestito infruttifero può essere ancora epistolare, ossia avvenuto e stipulato con una corrispondenza, e quindi con una lettera. Il documento contrattuale viene scritto da una delle due parti e poi inviato all’altra parte mediante posta. Entrambi dovranno firmare il documento, quando anche la seconda parte avrà posto la sua firma, la lettera andrà rispedita al mittente. Per questo tipo di finanziamento non servirà la registrazione e quindi non ci sono imposte dal fisco.

Il prestito infruttifero garantito da cambiali invece ha un tipo di credito di questo tipo per avere tutele. Andrà pagata l’imposta da bollo equivalente al 12 per mille dell’importo della cambiale. Il creditore potrà anche domandare l‘esecuzione forzata del titolo se questo non rimborsa la cifra prestata o la rata nel tempo concordato.

Il prestito infruttifero con la causale di bonifico invece utilizza il bonifico bancario come base. I pagamenti saranno così tracciabili, non bisognerà giustificare il prestito ma si potrà inserire nella causale “prestito infruttifero destinato a …”.

E se il debitore non paga?

Qualora il destinatario del finanziamento non rimborsasse il prestito nei tempi e nei modi stabiliti, chi ha fatto credito potrà sempre fare ricorso al giudice e avere un decreto ingiunto per riavere la somma.

Passati quaranta giorni ci sarà un‘esecuzione forzata qualora il richiedente non abbia fatto opposizione e non abbia rimborsare la cifra dovuta.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO: Offerta non relativa alle eventuali finanziarie e/o banche citate nell'articolo ma trattasi di affiliazione pubblicitaria