Prestiti tra privati veloci e sicuri: come assicurarsi massima velocità e sicurezza

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In Italia ottenere un prestito è difficile. Occorre infatti dimostrare di possedere i requisiti richiesti da banche e finanziarie, ovvero una sufficiente capacità reddituale o patrimoniale e merito creditizio. Tradotto in parole povere, per vedersi accordato un prestito bisogna avere una busta paga derivante da un lavoro a tempo indeterminato (oppure a tempo, ma tale da andare a coprire l’intero arco del piano di rientro) e non far parte di una lista di cattivi pagatori.

Si tratta di condizioni in effetti molto difficili da onorare. In Italia, infatti, il Jobs Act ha praticamente posto fine al posto fisso e aperto la strada ad una precarizzazione crescente del lavoro. Mentre il progressivo dimagrimento di buste paga e pensioni ha praticamente creato un vero e proprio esercito di persone che non sono in grado di ripagare i finanziamenti via via ricevuti. Tanto che si stima in appena dieci milioni il numero complessivo di persone le quali non avrebbero problemi a relazionarsi con banche e finanziarie tradizionali.

In questo quadro è poi ancora più complicato trovare prestiti veloci e in grado di assicurare sicurezza ai richiedenti. Ogni prestito è infatti visionato con grande scrupolo dal sistema creditizio, con lunghe fasi istruttorie le quali possono protrarsi a scapito di ha necessità immediate. Esistono rimedi a questo vero e proprio blocco? Cerchiamo di scoprirlo.

Il prestito tra privati è una possibile soluzione

Il settore creditizio tradizionale ormai da oltre un decennio è fortemente criticato dalle organizzazioni che tutelano i consumatori. Il fondamento di queste critiche è da ravvisare nelle condizioni sempre più strette di accesso ai prestiti, tali da tagliare fuori la grande maggioranza dei nostri connazionali. Molti dei quali, in conseguenza di ciò, sono costretti a rivolgersi all’usura, consegnandosi quindi in pasto alla criminalità organizzata.

Proprio per questo occorre guardarsi intorno alla ricerca di soluzioni alternative, che pure ci sono. A partire dal prestito tra privati, il quale ha sempre più successo anche in Italia. Si tratta del resto di una formula esistente ormai da lungo tempo, sotto forma di elargizioni di denaro tra parenti o conoscenti.

In questi casi, però, ci sono alcuni problemi magari sottovalutati all’inizio, i quali possono emergere in un secondo momento. Ovvero quando il ricevente deve ripianare il debito contratto, a meno che non si tratti di una donazione. Può infatti accadere che le stesse difficoltà economiche che lo hanno spinto a chiedere i soldi si siano acuite al punto di non permettergli di onorare l’impegno assunto. In tal caso si può generare un vero e proprio conflitto, tale da poter infine sfociare in una denuncia per appropriazione indebita o in una causa civile tesa a spingere il tribunale ad emettere un decreto ingiuntivo a tutela degli interessi del creditore insoddisfatto.

Per evitare un esito tale da rivelarsi traumatico, alla luce del particolare rapporto esistente tra le controparti, sarebbe quindi meglio cercare formule analoghe in grado di rivelarsi ideali anche sotto il profilo della sicurezza. Come ad esempio il social lending, noto anche come prestito peer to peer. Andiamo a vedere meglio di cosa si tratti.

Il social lending: velocità e sicurezza al servizio dei consumatori

Per social lending si intende quella forma di prestito tra privati il quale prevede l’utilizzo di una piattaforma online. La quale va praticamente a fare da mediatore mettendo in contatto persone intenzionate ad investire i propri soldi in attività più remunerative rispetto al conto corrente bancario e meno rischiose delle azioni o di altri asset finanziari, con altre le quali necessitino di soldi, ma non ravvisano convenienza a farlo presso finanziarie spesso troppo esose.

Una modalità di credito la quale si è andata sempre più affermando nel corso degli ultimi anni, come si può desumere dalle statistiche disponibili. Facendo in particolare affidamento su alcune caratteristiche molto apprezzate. Tra le quali occorre ricordare:

  • la grande velocità nell’espletamento dell’iter procedurale, tale da fare dei finanziamenti tra privati in questione dei veri e propri prestiti veloci, i quali possono essere elargiti in un arco temporale di 24 ore dalla richiesta, nel caso in cui non sussistano difficoltà;
  • la notevole convenienza dei piani di rientro che vengono proposti alla clientela. Resa tale dal fatto che l’utilizzo delle tecnologie informatiche consente di eliminare il ricorso al personale incaricato della fase istruttoria e di altri passi tipici del credito tradizionale;
  • il livello di sicurezza tipico di questa formula, il quale è in grado di generare una certa tranquillità nelle controparti interessate, evitando inconvenienti tali da poter infine sfociare in vere e proprie controversie giudiziarie.

Prestiti tra privati: sono comunque necessari i requisiti

Va però sgombrato un altro possibile equivoco, quando si parla di social lending. Anche in questo caso, infatti, occorre essere in grado di garantire i requisiti di base per poter avere il prestito. Occorre cioè avere una busta paga o una pensione su cui incardinare il piano di rientro dei soldi prestati e non essere incappati in qualche infortunio nei precedenti rapporti con finanziarie o banche.

Ovvero non far parte di una delle liste di cattivi pagatori elaborate dalle cosiddette centrali rischi. Le quali vengono naturalmente interpellate anche dalle piattaforme che accordano prestiti peer to peer. Se non si hanno queste caratteristiche è molto meglio non perdere tempo e provare a individuare familiari o conoscenti disposti a concedere i soldi richiesti.

Oppure provare altre strade come il cosiddetto prestito con garante. Ovvero la particolare formula che sposta l’onere di produrre le garanzie ad una figura terza. La quale sarà chiamata a subentrare nel pagamento di quanto stabilito a livello contrattuale nel caso in cui il contraente principale non sia in grado di ottemperare all’obbligo assunto.

Social lending: attenzione alla scelta della piattaforma

Nel caso in cui si abbiano le caratteristiche giuste per poter ottenere un prestito, il social lending può rivelarsi effettivamente una soluzione molto conveniente, a livello economico. Soprattutto in considerazione degli interessi richiesti dalle finanziarie tradizionali. Basta in effetti mettere a confronto il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) delle rispettive soluzioni, per notare come i piani di rientro concordati siano più leggeri nei prestiti peer to peer.

A renderli tali è proprio l’assenza dei cosiddetti costi accessori, ovvero quelli richiesti nel credito tradizionale per le spese di istruttoria e le altre che vengono caricate sul conto finale da presentare al cliente. Portando infine il totale su livelli molto più cari rispetto a quello prospettato dal social lending.

A patto, però, di riuscire ad individuare una piattaforma in grado di rivelarsi effettivamente sicura e affidabile. Nel corso degli ultimi anni, infatti, anche questo settore è stato infiltrato da soggetti poco raccomandabili o apertamente truffaldini. Le cui azioni si sono andate naturalmente a ritorcere contro gli operatori onesti. Che ci sono e sono in grado di assicurare transazioni veloci e sicure.

La procedura nel social lending

Ad assicurare sicurezza ai prestiti peer to peer sono proprio le procedure adottate. Le quali si fondano sulla presenza di tre soggetti: il prestatore, il richiedente e la piattaforma che li mette in contatto. Una volta che il secondo abbia inviato la sua richiesta, proprio l’operatore si incarica di dargli un rating, ovvero un giudizio relativo alla sua affidabilità.

A formare il quale contribuiscono proprio i dati provenienti dalle centrali rischi interpellate. Più alto è il punteggio conseguito, minore è la percentuale di interessi applicati al prestito.

Una volta ottenuto il lasciapassare su entrambi i fronti, alla piattaforma spetta il compito di accreditare sul conto corrente del prestatore la rata, generalmente mensile, del prestito sulla base della quota di interessi concordata nel corso della trattativa.

La funzione positiva del social lending

Va anche sottolineato come il social lending abbia assunto con il trascorrere del tempo una vera e propria funzione sociale. Può infatti essere utilizzata da chiunque abbia un valido progetto imprenditoriale per richiedere i finanziamenti non reperiti rivolgendosi alle finanziarie tradizionali. Soprattutto quei giovani per i quali il credito tradizionale è impraticabile, per ovvi motivi.

In questo caso si tratta di vero e proprio crowdfunding, una modalità di finanziamento che originariamente in uso nei Paesi anglosassoni si è via via espansa in altre parti del globo. Sopperendo in tal modo alle lacune di un settore creditizio troppo rivolto su sé stesso e incapace di svolgere il suo vero ruolo di motore dell’economia reale.

Ecco perché va salutato con favore questo genere di attività creditizia e, soprattutto, aiutati gli operatori seri a non essere confusi con le piattaforme truffaldine le quali hanno del resto costretto anche la Banca d’Italia a lanciare il proprio allarme per cercare di arginarne il nefasto operato.

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