Prestiti da privati onesti: come valutare la serietà di un privato che eroga o richiede finanziamenti?

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La crisi economica che ha fatto seguito al diffondersi del coronavirus ha naturalmente avuto conseguenze di larga portata sui bilanci familiari. Andandosi a saldare con gli effetti della rivoluzione in atto nel mondo del lavoro, la quale ha sancito in pratica la fine del posto fisso in Italia, dopo l’approvazione del Jobs Act, la riforma voluta da Matteo Renzi per modernizzarlo. E con quelli della dinamica salariale ormai in atto da decenni, con stipendi e pensioni sempre più leggeri.

Le tante persone che si sono messe in cerca di finanziamenti, però, hanno dovuto scontrarsi troppo spesso con un sistema creditizio chiuso in sé stesso. Un atteggiamento il quale è del resto da considerare abbastanza logico. Soprattutto alla luce dei tanti prestiti non ripagati da parte dei contraenti negli anni passati.

In questa situazione, molti hanno quindi dovuto guardarsi intorno alla ricerca di soluzioni alternative. Tra quelle individuate, c’è anche il prestito tra privati. Andiamo dunque ad analizzare questa formula, per capire meglio di cosa si tratti. E, soprattutto, quali siano i suoi vantaggi.

Cosa sono i prestiti tra privati

Per prestiti tra privati si intendono tutti quei finanziamenti i quali non vengono elargiti da soggetti istituzionali, come banche o finanziarie, ma avvengono tra due soggetti privati, che possono essere di vario genere. Un novero in cui rientrano ad esempio il prestito di denaro tra amici oppure tra parenti.

I prestiti tra privati si suddividono in:

  • non regolamentati, i quali prevedono un semplice accordo tra le parti coinvolte. In questa categoria rientrano quello con scrittura privata, l’epistolare e il prestito garantito da cambiali;
  • regolamentati con la presenza di un intermediario autorizzato dalla Banca d’Italia.

Vanno comunque segnalate due caratteristiche tali da renderli meno convenienti rispetto ai mutui bancari. La prima consiste nell’impossibilità di detrarre gli eventuali interessi passivi nella dichiarazione dei redditi, mentre la seconda è il livello più alto di imposte richieste. Un fattore da considerare quindi con una certa attenzione.

Prestito tra privati stipulato con scrittura privata

L’accordo realizzato con una scrittura privata prevede appunto la stesura di una sorta di contratto il quale va a riepilogare le condizioni che lo regolano. La forma scritta, oltre a testimoniare l’esistenza di un accordo consente anche di tutelarsi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, ove questa dovesse avere dubbi sui movimenti di denaro conseguente al prestito. Nel caso in cui le autorità fiscali chiedessero chiarimenti, proprio lo scritto in questione andrebbe a fungere da prova della regolarità dell’operazione.

Al suo interno, è obbligatorio indicare:

  1. i dati anagrafici delle controparti;
  2. la somma prestata nell’ambito della transazione;
  3. la data in cui è stato stipulato il contratto;
  4. la durata del prestito e le modalità del piano di rientro.

Il documento deve inoltre riportare la dicitura “contratto di mutuo redatto secondo le norme di cui all’art. 1813 cc e seguenti”, nelle quali saranno specificate le eventuali garanzie scelte dalle parti (garante o ipoteca) e l’eventuale finalità per la quale è stato concesso il prestito.

Inoltre, il contratto stipulato deve specificare se trattasi di prestito infruttifero (ovvero senza interessi), o fruttifero. Nel secondo caso dovrà essere indicato il tasso richiesto, il quale dovrà essere inferiore a quello di usura indicato dalla Banca d’Italia, e il creditore dovrà dichiarare gli interessi incassati nella sua dichiarazione dei redditi. A differenza dei mutui bancari, però, il debitore non può detrarre gli interessi passivi versati al creditore.

Prestito tra privati epistolare

Per prestito tra privati epistolare, si intende quel particolare finanziamento che presuppone l’utilizzo di corrispondenza. In questo caso  il contratto delegato a disciplinare il prestito viene redatto in forma scritta da una delle parti e inviato tramite posta alla controparte. La quale, una volta apposta la propria firma, provvede a rispedirlo al mittente.

Va comunque sottolineato come per questa tipologia di prestito non sia obbligatoria la registrazione. Di conseguenza non sussistono imposte da versare al fisco. Un elemento tale da conferire una certa vantaggiosità a questa formula.

Prestito tra privati garantito da cambiali

Il prestito tra privati garantito da cambiali, fa perno sulla particolare natura di queste. Trattandosi di titoli di credito, il cui costo per l’imposta di bollo è pari al 12 per mille dell’importo della cambiale, il creditore si ritaglia la possibilità di richiedere l’esecuzione forzata del titolo nel caso in cui alla scadenza prefissata il debitore non abbia ottemperato al piano di rimborso stilato dalle controparti. Potendo in pratica fare ricorso alla giustizia in modo da ottenere un decreto ingiuntivo finalizzato al recupero del credito.

Il debitore può a sua volta fare opposizione all’ingiunzione, motivando naturalmente il suo ricorso. Una volta che siano trascorsi 40 giorni dalla sua ricezione, se il debitore non ha fatto opposizione e neanche provveduto al rimborso del prestito, il creditore può procedere all’esecuzione forzata. Come previsto dall’accordo tra le parti.

Prestiti tra privati regolamentati

Per prestiti tra privati regolamentati, noti anche con il termine di social lending, si intendono quei finanziamenti varati mediante la collaborazione di un intermediario autorizzato. Si tratta di prestiti peer-to-peer rientranti a pieno titolo nella categoria dei prestiti personali. A differenza di questi ultimi, però, sono finanziamenti concessi da privati ad altri privati tramite il web.

Il rapporto che si viene ad instaurare, prevede il coinvolgimento di tre parti;

  • il prestatore, ovvero il soggetto che decide di prestare il capitale avendo come contropartita la sua restituzione più gli interessi concordati;
  • il richiedente, quindi il soggetto che richiede il finanziamento con il fine di ricavarne una maggiore liquidità;
  • la piattaforma di social lending, in pratica il punto in cui le due categorie precedenti si incontrano, gestita dall’intermediario autorizzato.

Si tratta di un caso diverso da quello dei prestiti tra privati non regolamentati. A sancirne la differenza è in particolare il discorso relativo alle garanzie. Quelle che devono dare non solo i richiedenti il prestito, ma anche coloro che lo concedono.

Le garanzie che deve dare chi richiede il prestito

Le piattaforme che fanno social lending, quindi autorizzate a concedere prestiti tra privati, per concederli si muovono analogamente alle società creditizie tradizionali. Ovvero richiedono delle garanzie reddituali o patrimoniali che devono metterle al riparo da brutte sorprese durante il ripiano del debito contratto. Quindi il godimento di uno stipendio derivante da un contratto di lavoro dipendente, di redditi adeguati per chi è autonomo, o di un emolumento mensile da pensionato.

Per quanto concerne gli importi, solitamente la cifra concessa deve prevedere un piano di rientro strutturato su rate le quali non vadano a superare il 35% circa del reddito lordo. Ovvero di rate le quali siano sostenibili lungo tutto l’arco temporale nel corso del quale il richiedente dovrà versare una rata mensile.

Come valutare la serietà di prestatore e richiedente

Oltre alla capacità reddituale, il richiedente deve essere anche in possesso di adeguato merito creditizio. Ovvero non deve avere nel suo passato finanziamenti non ripagati o che abbiano comportato la sua iscrizione nell’elenco dei cattivi pagatori. Stiamo parlando naturalmente di uno dei database che vengono elaborati dalle centrali rischi e ai quali attingono le società creditizie, per capire chi abbiano di fronte.

Proprio le informazioni raccolte in fase di istruttoria portano le stesse a dare vita ad un sistema imperniato sul principio del rating. Quindi attribuendo un punteggio sul quale non solo si deciderà se concedere o meno il prestito, ma che permetterà al finanziatore di stabilire il tasso di interesse congruo per il livello di rischio corso.

Per quanto riguarda il richiedente, se è vero che molto spesso questi non bada eccessivamente a chi presta i soldi, in altri casi è spinto a valutare la piattaforma che fa da intermediario. In quanto la serietà può tramutarsi in prestiti più convenienti, obiettivo non certo da disdegnare per chi non naviga nell’oro.

Convengono realmente i prestiti tra privati?

La domanda che si fanno in molti è naturalmente la seguente: convengono realmente i prestiti tra privati? Una domanda abbastanza semplice, che esige però una risposta articolata.

In linea di massima possiamo dire che i prestiti tra privati i quali avvengono sulle piattaforme di social lending possono risultare effettivamente convenienti. In particolare, sono in grado di rendere possibili alcuni vantaggi di non poco conto rispetto al credito tradizionale. Ovvero:

  1. l’iter procedurale ha luogo sul web, andando di conseguenza ad eliminare una serie di costi di personale i quali potrebbero zavorrare il piano di rientro concordato tra le parti;
  2. quello burocratico viene ridotto in maniera molto forte, permettendo ai prestiti tra privati di assumere le sembianze e le tempistiche dei prestiti veloci;
  3. rispetto ai prestiti che avvengono tra parenti e conoscenti mettono a contatto estranei, semplificando il tutto ed evitando possibili rotture che sarebbero molto dolorose in caso di mancato adempimento del debitore al piano di rientro prefigurato negli accordi intercorsi.

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