Prestito tra privati con garanzia

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Il prestito tra privati rappresenta una delle possibili soluzioni al problema rappresentato dalla vera e propria stretta messa in atto dal sistema creditizio ogni volta che si affaccia una crisi economica.

In questi particolari momenti, infatti, banche e finanziarie tendono a restringere i criteri di accesso al credito, anche perché ormai da lungo tempo oberati dal problema rappresentato dai cosiddetti crediti deteriorati, noti anche come Non Performing Loans. Ovvero i prestiti i quali non sono stati rimborsati interamente da utenti magari entrati in una spirale di difficoltà tale da impedire di ottemperare all’obbligo assunto in sede contrattuale.

L’entità di questi crediti, detti anche inesigibili, preoccupa non poco le aziende del settore, spingendole quindi ad adottare politiche improntate a grande prudenza. Tanto da spingere le associazioni che tutelano i diritti dei consumatori a protestare per il mancato sostegno all’economia reale. Ovvero quella rappresentata da famiglie e imprese.

Di fronte alle difficoltà frapposte dal credito tradizionale, un gran numero di persone è quindi costretto a cercare soluzioni alternative. Tra le quali ormai da lungo tempo sono in auge i prestiti tra privati. Andiamo dunque a vedere meglio di cosa si tratti, oltre agli eventuali pro e contro.

Cosa sono i prestiti tra privati

I prestiti tra privati sono quelli che non vengono stipulati con una banca o una finanziaria, ma tra due controparti che possono essere parenti, conoscenti o anche persone le quali non si conoscono e che entrano in contatto grazie all’opera di intermediazione di una piattaforma elettronica (social lending).

Se i passaggi di denaro non avvengono in maniera sistematica, si tratta di accordi assolutamente legali, i quali hanno in pratica un solo obbligo da tenere presente, quello di non superare il tasso di usura fissato periodicamente dalla Banca d’Italia.

Per un accordo di questo genere non è neanche necessario dare vita ad un contratto scritto, tanto che è ammessa anche la forma orale. Naturalmente, però, per chi presta i soldi sarebbe sempre consigliabile dare vita ad una scrittura privata in grado di testimoniare l’avvenuto accordo e la loro consegna ad una controparte. Anche perché proprio il passaggio di soldi avvenuto potrebbe oggetto di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

I prestiti tra privati possono essere di due tipi:

  1. fruttiferi, tali quindi da prevedere un tasso di interesse;
  2. infruttiferi, nei quali viene restituito solo il capitale prestato.

Va anche ricordato che nella prima ipotesi, gli interessi ottenuti devono essere riportati sulla dichiarazione dei redditi. Si tratta di un obbligo derivante dal fatto che proprio su di essi dovranno in seguito essere pagate le tasse.

L’eventuale contratto tra le parti, come abbiamo già ricordato, può anche sostanziarsi in una semplice scrittura privata, ovvero tale da presupporre la registrazione. La quale può essere invece adottata per dare una data certa alla pattuizione. Che, peraltro, può anche essere ottenuta ricorrendo alla spedizione di una raccomandata a sé stessi, tramite posta ordinaria.

Attenzione al versamento della cifra concordata

Quando si ricorre al prestito tra privati, c’è anche un altro aspetto che occorre valutare con grande attenzione. Ovvero quello relativo al passaggio dei soldi previsti nelle pieghe dell’accordo. Nel caso si tratti di cifre inferiori ai 3mila euro, si può infatti ricorrere all’utilizzo del contante. Ove invece questo limite sia toccato o oltrepassato, diventa necessario ricorrere ad un bonifico oppure ad un assegno. Un obbligo imposto dalla necessità di tracciare i soldi imposta dalla normativa antiriciclaggio.

Va peraltro sottolineato come per il prestatore sia comunque consigliabile ricorrere ad un pagamento tracciabile anche in caso di cifre limitate. Proprio la documentazione bancaria, infatti, attesta al di là di ogni dubbio il passaggio di denaro. Nel caso il debitore si rifiutasse di ottemperare ai suoi obblighi e si rendesse necessario il ricorso alla giustizia, sotto forma di querela per appropriazione indebita o causa civile per ottenere un’ingiunzione di pagamento, sarebbe possibile dimostrare la dazione di denaro avvenuta.

Le garanzie servono nel prestito tra privati?

Com’è noto, quando ci si rivolge ad una banca oppure a una finanziaria per avere un prestito, occorre presentare delle garanzie. Quelle richieste sono in particolare:

  • la capacità reddituale. Quindi una busta paga su cui impostare il piano di rientro con fondate speranze di riavere indietro il capitale prestato più gli interessi pattuiti;
  • il merito creditizio, ovvero uno storico il quale dimostri la mancanza di episodi come il protesto o il mancato pagamento di rate. Eventi tali quindi da comportare l’iscrizione in uno degli elenchi di cattivi pagatori redatti dalle centrali rischi a favore degli enti creditizi.

Nel prestito tra privati, il discorso muta non di poco. Sinché si rimane nell’ambito di un prestito tra parenti o conoscenti si può anche evitare una richiesta di questo genere da parte del prestatore, proprio in considerazione dello stretto rapporto con la controparte. Se però chi presta vuole mettersi le spalle al sicuro, si può optare per l’impiego delle cambiali. Oppure, caso estremo, su una ipoteca su un bene del debitore giudicato congruo rispetto alla cifra prestata.

Nel caso invece del social lending le garanzie sono praticamente obbligatorie. Soprattutto al fine di poter formulare lo score su cui sarà deciso il tasso di interesse da applicare. A rendere diversa questa formula creditizia sono in effetti altre caratteristiche, come la convenienza oppure la velocità dell’iter procedurale.

Meglio senza o con intermediari?

Il prestito tra privati è meglio senza o in presenza di intermediari? Si tratta, come si può facilmente capire, di un quesito di non poco conto.

In effetti il prestito tra amici o parenti può essere più conveniente in assenza di una terza parte come quella rappresentata dalla piattaforma di social lending. La quale per intervenire a garanzia della correttezza del rapporto instaurato tra le parti si ritaglia un guadagno sotto forma di una percentuale sull’importo della rata e versamento di una quota associativa da parte degli utenti. La ricompensa va in pratica a coprire i servizi offerti, ad esempio la messa in contatto delle parti, la verifica dei requisiti o il trasferimento dei fondi da un conto all’altro.

Occorre però sottolineare come il prestito tra privati, rispetto a quello che vede la presenza di un intermediario, presenta svantaggi abbastanza evidenti sul piano fiscale. In particolare:

  1. l’imposta di registro è pari al 3% del capitale prestato;
  2. nel caso in cui siano previste garanzie occorre versare una imposta di registro pari allo 0.50% del valore della garanzia;
  3. se presente una ipoteca, bisogna conteggiare anche una imposta ipotecaria corrispondente al 2% del valore dell’ipoteca.

Conclusioni

Il prestito tra privati è una soluzione sempre più praticata anche in Italia. Se un tempo avveniva ad esempio con il trasferimento di soldi tra parenti o conoscenti, nel corso degli ultimi anni si è andato affermando il social lending, ovvero il prestito peer to peer il quale vede una piattaforma online in veste di intermediario, una figura che invece non sussiste nel primo caso.

Si tratta in effetti di un modo per bypassare le strozzature di un sistema creditizio tradizionale il quale ormai da tempo ha deciso di dare vita ad una stretta molto forte. La restrizione dei criteri di accesso ai prestiti, però, ha spinto sempre più persone a cercare alternative. Se molti sono caduti nelle mani dell’usura, altri hanno invece rivolto la loro attenzione a questa formula che presenta alcuni vantaggi, anche in termini di convenienza, oltre ad alcuni problemi derivanti anche dal particolare rapporto che sussiste tra le controparti.

Si deve anche specificare che se nel caso del prestiti tra parenti o amici il discorso delle garanzie non si pone, riaffiora invece nel caso del social lending, nonostante molti pensino il contrario. In questo caso, infatti, occorre poter produrre documenti che attestino non solo un reddito da cui attingere per il piano di rientro, ma anche uno storico dei rapporti con il settore creditizio privo di pecche.

Una volta che sia stata superata questa fase, l’iter procedurale necessario per attivare il prestito si rivela in effetti molto rapido. Tanto da permettere all’interessato di avere i soldi di cui necessita sul proprio conto in un arco di tempo molto breve, tale da configurare a tutti gli effetti un vero e proprio prestito rapido.

Qual’è invece lo svantaggio del social lending, rispetto al semplice prestito tra parenti o conoscenti? E’ da ravvisare nel fatto che proprio l’opera di intermediazione prestata rappresenta la parte di lavoro della piattaforma che deve essere pagata dalle parti in causa. Andando ad aggiungere un aggravio rispetto al primo, ma dando vantaggi di altro genere, a partire dalla vera e propria consulenza. La quale può evitare infine errori abbastanza pericolosi. E, magari, un intervento dell’Agenzia delle Entrate che sarebbe sempre opportuno evitare.

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